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Il Marxismo è Materialismo
(Battaglia Comunista - n. 15 del 1951)
Come tale, esso è altrettanto implacabilmente ostile alla religione quanto lo è il materialismo degli enciclopedisti del XVIII secolo o il materialismo di Feuerbach. Ciò è innegabile. Ma il materialismo dialettico di Marx, e di Engels va più in là degli enciclopedisti e di Feuerbach applicando la filosofia materialistica al campo della storia, al campo delle scienze sociali. Noi dobbiamo lottare contro la religione: questo è l’abbiccì di tutto il materialismo, e quindi del marxismo. Ma il marxismo non è un materialismo che si limiti all’abbiccì. Il marxismo va oltre. Esso dice: bisogna saper lottare contro la religione e per questo bisogna spiegare materialisticamente l’origine della fede e della religione nelle masse. Non si può limitare, non si può ridurre la lotta contro la religione ad una predicazione ideologica astratta; bisogna legare questa lotta alla prassi concreta del movimento di classe, tendente a far scomparire le radici sociali della religione. Perché la religione si mantiene negli strati arretrati del proletariato delle città, nei larghi strati del semi-proletariato, come pure nella massa dei contadini? Per l’ignoranza del popolo, risponde il progressista borghese, il radicale o il materialista borghese. Dunque, abbasso la religione, viva l’ateismo; la diffusione delle idee atee è il nostro compito principale.
Il marxista dice: ciò è falso. Tale punto di vista non è che un «illusionismo» superficiale, borghesemente limitato. Un simile punto di vista non spiega abbastanza a fondo, non spiega in senso materialistico, bensì in senso idealistico le radici della religione. Nei paesi capitalistici moderni queste radici sono soprattutto sociali. La oppressione sociale delle masse lavoratrici, la loro apparente impotenza totale dinanzi alle cieche forze del capitalismo che sono causa, ogni giorno e ogni ora, di sofferenze mille volte più orribili di tormenti più selvaggi per la massa dei lavoratori di tutte le calamità quali le guerre, i terremoti, ecc.: ecco in che cosa consiste attualmente la radice più profonda della religione. «La paura ha creato gli dei». La paura dinanzi alla cieca forza del capitale, cieca perché non può essere prevista dalle masse popolari e che, ad ogni istante della vita del proletariato e del piccolo proprietario, minaccia di portarlo e lo porta alla catastrofe «subitanea», «inattesa», «accidentale», che lo rovina, lo trasforma in mendicante, in povero, in prostituta, che lo riduce a morire di fame: ecco la radice della religione moderna che il materialista deve tener presente, prima di tutto e al di sopra di tutto, se non vuol restare un materialista da prima elementare. Nessun libro di divulgazione potrà sradicare la religione delle masse abbrutite dalla galera capitalistica, soggette alle cieche forze distruttrici del capitalismo, fino a che queste masse non avranno imparato, esse stesse, a lottare in modo unitario, organizzato, sistematico e cosciente contro questa radice della religione, contro il potere del capitale in tutti i suoi aspetti.