International Communist Party Sulla questione sindacale



Risorgano i sindacati di classe!

(da Il Partito Comunista, n.50 del 1978)





PROLETARI! COMPAGNI!

Nei prossimi mesi scadono i contratti collettivi di lavoro di molte categorie dell’industria, fra i più importanti quelli dei metalmeccanici, chimici, edili, braccianti, ecc. I lavoratori interessati sono oltre sei milioni. Questi contratti scadono in un momento in cui le vostre condizioni di vita e di lavoro sono giunte al limite della sopravvivenza e continuano ad essere attaccate dal padronato e dal suo Stato da tutte le parti.

Diminuzione del valore reale del salario, aumento dei licenziamenti, della disoccupazione e del “lavoro nero”, aumento dei ritmi produttivi, della disciplina in fabbrica e in ogni luogo di lavoro, aumento dello straordinario e degli infortuni, questa è la situazione in cui la classe lavoratrice si trova attualmente, nonostante i sacrifici fatti in questi ultimi anni all’insegna della difesa dell’ “economia nazionale” e dello “sviluppo produttivo”, sacrifici che dovevano servire, secondo i falsi partiti “comunisti” e bonzi sindacali, a migliorare le vostre condizioni di vita.


PROLETARI! COMPAGNI!

Le cause del peggioramento delle vostre condizioni nelle fabbriche e nella società vanno ricercate nel meccanismo stesso del sistema di produzione capitalistico, che è costretto sempre di più, per sopravvivere e salvare i profitti ed i privilegi delle classi possidenti, a schiacciare le condizioni di vita della classe operaia, e nel tradimento dei vostri stessi dirigenti sindacali e politici, i quali hanno abbracciato la causa della difesa degli interessi del capitale e delle classi borghesi. Quindi, invece di chiamarvi alla lotta, per la difesa dei vostri interessi di classe dall’ingordigia del padronato e per l’emancipazione totale della classe lavoratrice dallo sfruttamento del lavoro salariato, vi chiamano a lottare e a fare sacrifici per la difesa dell’economia capitalistica (che loro chiamano nazionale) e del suo regime, facendovi così ribadire da voi stessi le catene che vi legano allo sfruttamento capitalista.

Questa politica non è nuova, una volta abbandonati gli ideali e gli scopi del comunismo: è stata portata avanti dal PCI e dal PSI nel periodo ’45-48 ed è servita alla borghesia e allo Stato capitalista a farvi ricostruire le fabbriche distrutte dalla guerra e, successivamente, una volta ricostruite le fabbriche sulle vostre spalle e risanate le strutture del regime capitalista, per completare poi l’opera di inserimento delle vostre organizzazioni di classe nell’apparato statale capitalista. Con la concessione di qualche briciola, naturalmente concessa dopo le manganellate e l’aumento della produzione, vi hanno fatto credere che quei piccoli miglioramenti che riuscivate a strappare al padronato sarebbero stati duraturi e che in tal modo, rafforzando sempre più l’economia capitalista, sareste pian piano arrivati al socialismo e che non avreste più conosciuto gli orrori della fame, della disoccupazione e della guerra.


PROLETARI! COMPAGNI!

Noi comunisti rivoluzionari, fedeli a tutta la tradizione del vero comunismo, denunciammo anche allora la falsità di tale politica portata avanti dai partiti che avevano rinnegato questa tradizione e dai dirigenti sindacali ed oggi. Passato il breve periodo della ripresa e dello slancio produttivo, quando sembrava che tutto andasse per il meglio, vi ritrovate a fare i conti con la stessa miseria che vi avevano fatto credere di aver lasciato per sempre dietro di voi.

La crisi attuale in cui il capitalismo è entrato non è una crisi passeggera; non è dovuta al cattivo governo di questo o quel partito, ma è la crisi periodica e inevitabile di sovrapproduzione che nasce dalle contraddizioni stesse del modo di produzione capitalista. Questo costringe il padronato e il suo Stato, per poter salvare i propri profitti, a negare alla classe operaia qualsiasi miglioramento delle proprie condizioni di vita, e a togliere ad essa anche quello che avevate creduto acquisito una volta per tutte e che non avrebbe dovuto essere più toccato.

Ma il padronato non riuscirebbe da solo a portare avanti questo piano di attacco alle vostre condizioni, perché vi ribellereste; quindi si serve, come si servì per farvi ricostruire le fabbriche, della complicità dei falsi partiti comunisti e socialisti e dei dirigenti sindacali che sono alla testa delle vostre organizzazioni di classe.

Tutta la propaganda borghese, compresa quella dei partiti opportunisti e dei sindacati, tende a farvi credere che la colpa del peggioramento delle vostre condizioni non va ricercata nella stessa economia capitalista ma, al contrario, nella incapacità o nella cattiva volontà del governo o di qualche partito, se non addirittura di qualche padrone, e, invece di chiamarvi a lottare contro il padronato e lo Stato capitalista per delle rivendicazioni che mirino realmente a migliorare le vostre condizioni, con scioperi a vasto raggio di tutte le categorie operaie, vi chiamano a farvi promotori ancora una volta della salvezza dell’economia capitalista, facendovi rivendicare, categoria per categoria, reparto per reparto, con scioperi simbolici i più limitati possibili, investimenti e riforme che servono solo al padronato per sfruttarvi ancora di più.


PROLETARI! COMPAGNI!

Come è successo per i contratti del ’72 e del ’75 dove le vostre vere rivendicazioni di classe furono sacrificate sull’altare dell’“economia nazionale” con delle promesse sugli “investimenti produttivi” e sul loro “controllo”, anche nell’occasione di questi contratti il padronato si prepara a vibrare altri colpi alle vostre già misere condizioni ed è chiara la volontà dei falsi partiti operai e dei dirigenti sindacali di appoggiare questo piano padronale. Infatti questi signori, professionisti della politica e pagati a suon di milioni dallo Stato capitalista, stanno preparando lo stesso terreno dei contratti precedenti: tutti i discorsi che stanno facendo sulla necessità di “contenere” e “scaglionare” gli aumenti salariali, di “riformare il salario” per aumentare le sperequazioni, i piani produttivi che stanno discutendo con il governo serviranno esclusivamente al padronato per ingannarvi ancora una volta con delle promesse sugli “investimenti” e sul “nuovo modello di sviluppo” e a non farvi rivendicare nessun miglioramento sostanziale delle vostre condizioni.

Voi i sacrifici li avete sempre fatti e li state facendo, sono anni che non chiedete sostanziali miglioramenti salariali, nonostante la sempre crescente svalutazione, sono anni che non chiedete la riduzione dell’orario di lavoro, nonostante che la disoccupazione abbia raggiunto limiti mai registrati negli ultimi 30 anni e i ritmi di lavoro siano aumentati in modo tale che ormai sono insopportabili (basta vedere l’aumento degli infortuni sul lavoro). Avete accettato l’eliminazione delle feste infrasettimanali, il blocco della Contingenza sulla liquidazione, la mobilità, lo scaglionamento delle ferie e oggi, dopo anni di questi sacrifici, le vostre condizioni, invece di essere migliorate come vi avevano promesso i vostri dirigenti, sono peggiori di prima e il padronato e il suo Stato molto più agguerriti di prima contro di voi e pronti a chiedervi ulteriori sacrifici.

Questo dimostra ancora una volta la validità della tesi marxista che gli interessi del capitale sono inconciliabili con quelli del proletariato e che i miglioramenti che la classe operaia riesce a strappare al padronato non sono mai duraturi finché esisterà il regime capitalista e dipendono esclusivamente dalla forza che i lavoratori riescono ad esprimere nella lotta contro il capitale e non, come vorrebbero farvi credere PCI, PSI, dirigenti sindacali e tutti i loro reggicoda, che tutto è conciliabile e che i vostri interessi sono gli stessi di quelli del padronato, cioè la difesa dell’“economia nazionale”.


PROLETARI! COMPAGNI!

L’unica possibilità che avete per alleviare le conseguenze della crisi capitalista che vi sta schiacciando inesorabilmente è quella di scendere sul terreno aperto di lotta contro il capitale: solo la lotta senza tregua, incurante delle esigenze delle classi nemiche e di una “economia nazionale” gabbata come bene comune di borghesi e proletari, può affasciare tutti gli sfruttati in un unico poderoso fronte in grado di lottare contro il padronato e il suo Stato. Base di partenza di questa reale unità di classe è un programma di rivendicazioni immediate che mirino a migliorare le vostre condizioni, non perché rappresentino un obiettivo ultimo o una conquista duratura, ma perché è il solo in grado di cementare in un solo blocco gli interessi, le aspirazioni, le spinte istintive, le lotte di tutti gli operai di qualunque categoria, di qualunque fabbrica, di qualunque località.

Imponete al padronato e ai suoi servi tinti di bianco e di rosso:
     1) la drastica riduzione dell’orario di lavoro;
     2) forti aumenti di salario base, maggiori per le categorie peggio pagate;
     3) il salario pieno ai disoccupati, ai licenziati, ai pensionati;
     4) il rifiuto del lavoro straordinario, a cottimo e di ogni forma che intensifichi e prolunghi lo sfruttamento del lavoro;
     5) il rifiuto della validità triennale dei contratti, modo con cui il padronato annulla tutti i miglioramenti che riuscite a strappare.

Questi obbiettivi sono comunque perseguibili nella sola misura in cui facendoli vostri li imporrete a coloro che pretendono di rappresentarvi e contrapporrete alla prassi suicida dell’articolazione e della limitazione degli scioperi la loro massima estensione, potenza e durata. Non esiste vera lotta senza solidarietà di classe attiva, generale, incondizionata di tutti gli operai, al di sopra dei limiti meschini del reparto, della fabbrica, della categoria, della nazionalità. Non esiste vera lotta senza odio di classe, senza dichiarazione di guerra al capitalismo e ai suoi servi annidati nelle vostre file. Solo nell’unione sempre più estesa di tutti gli sfruttati dal capitalismo, insieme alla convinzione che tutte le conquiste economiche della classe operaia sono fragili e transitorie finché dura il capitalismo e che la lotta per strapparle al nemico deve trasferirsi prima o poi sul piano della lotta per abbattere il regime del lavoro salariato, il proletariato può ritrovare fiducia nella proprie forza, affrontare apertamente il nemico di classe nelle piccole lotte quotidiane come nelle grandi battaglie e prepararsi allo scontro finale per la conquista violenta del potere politico e per l’abbattimento del potere statale borghese.


PROLETARI! COMPAGNI!

Mettete alla prova i vostri pretesi dirigenti che si spacciano da comunisti e socialisti e lo stesso Stato capitalista che si vanta democratico su queste vostre elementari esigenze di vita: nessun ulteriore peggioramento delle condizioni della classe operaia, in nome di nessun preteso “interesse superiore”, nessun interesse è superiore a quello della sopravvivenza della classe operaia, di voi, dei vostri figli, dei disoccupati, dei pensionati, e vedrete come a questa prova spariranno le mascherature rosse dei grandi partiti opportunisti e le bardature democratiche dello Stato capitalista, dimostrando così quello che sono realmente, cioè degli agenti della borghesia in mezzo a voi, sempre pronti a pugnalarvi alle spalle e a tacciarvi da “fascisti” o “irresponsabili” nel momento in cui non vi presterete più ai loro intrighi per salvare l’”economia nazionale”.

Approfittate delle prossime scadenze contrattuali per imporre al padronato e ai suoi lacchè le vostre vere esigenze di classe. Ricostituite sui posti di lavoro, nelle aziende, nelle categorie i vostri organismi sindacali di classe capaci di rendere efficace la vostra lotta e di battere il tradimento dei vostri capi. È questo l’inizio indispensabile della strada sulla quale ritroverete la prospettiva luminosa della rivoluzione mondiale e del Partito comunista rivoluzionario mondiale.


PROLETARI! COMPAGNI!

L’indirizzo che il Partito comunista rivoluzionario vi lancia è la bandiera che gli operai rivoluzionari di tutti i tempi e Paesi hanno sempre innalzato di fronte al nemico di classe. È in forza di questo indirizzo che ritroverete la via della riscossa. Difendetelo stringendovi nella lotta quotidiana intorno ai militanti comunisti. Non vi prospettiamo successi immediati ma vi indichiamo l’unica strada con cui potete risollevare la vostra sorte: o vi scrollerete di dosso l’immonda tutela dei partiti e dirigenti legati alla conservazione capitalista, ispirando le vostre lotte alla difesa incondizionata e con tutti i mezzi delle vostre condizioni di vita e di lavoro, ritrovando la guida del marxismo rivoluzionario incarnato domani nel rinato Partito comunista internazionale, o il vostro stato di schiavitù sarà ribadito dal regime capitalista. Non esistono terze vie, non esistono facili scorciatoie e soluzioni di ripiego: l’unica via, l’unica soluzione è quella che noi da sempre vi indichiamo e per la quale sempre abbiamo lottato.

Difesa con tutti i mezzi degli interessi della classe operaia. Lotta violenta per l’abbattimento del regime capitalistico. Per la dittatura del proletariato, per il comunismo.